domenica 31 luglio 2011

.Enjoy the silence.






Ho fatto una lista, o meglio, ho scritto parole. Tante e a caso, come comparivano nella testa.
Principalmente su cosa non va, di quello che mi terrorizza, dei miei lati da smussare, tagliare, eliminare. Ci pensavo ieri, parlando con l'altra me stessa mentre ero in macchina con lui nel silenzio più totale. Quel silenzio mi faceva paura, mi metteva disagio addosso e mi faceva desiderare il cutter casalingo. Così lasciavo esplodere le mie mille fastidiose riflessioni per cercare di coprire quell'opprimente abitacolo fatto di parole che non volevano essere dette (Se avesse potuto vedere cosa stava accadendo nella mia testa, credo si sarebbe fermato altamente perplesso).
Una pioggia di petardi schiantati su una strada e conditi da rumore assordante, sarebbe stato così. 
Stati d'animo che si susseguono senza sosta, che stancano e svuotano. Esaltazione, noia, rabbia, divertimento, magone, sorrisi, mutismo, isteria, tranquillità, esasperazione.
Perché sono una persona decisa, alla fine.


.Stendiamo un velo pietoso.






2 commenti:

  1. Perché le parole vengono sempre meno nel momento, in cui, se ne ha più bisogno?
    Prova a tirare fuori tutto la prossima volta; se se ne va, allora puoi stare certa di non aver perso molto, se resta, sicuramente avrai guadagnato un mondo.

    Piesse: non sono un'ipocrita, io non lo faccio semplicemente perché sono certa che il mio lui non ci penserebbe due volte ad andarsene.

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