mercoledì 13 marzo 2013

.We know it.

 
Ieri è stata -probabilmente- l'ultima surfata dell'anno.
La neve non era granché, ma c'erano i miei due migliori amici che non vedevo da troppo tempo, per cui è stata una giornata bellissima. Finalmente un giorno tutto per noi, quasi fossimo tornati alle superiori, quando ci vedevamo 5 giorni su 7. Sempre assieme, sempre a ridere, sempre con musica nuova di cui parlare. Se non fosse stato per loro, il liceo sarebbe stato il mio suicidio mentale.
Ma si cresce poi, c'è l'università, ci sono i viaggi studio di 6 mesi, altri interessi, vita sociale a cui presenziare, tempo che inizia a correre impazzito, tu sempre in giro a fare qualcosa che non puoi posticipare. E va bene se ti vedi una volta ogni 2 mesi. Però possono passare anche anni, ma non importa, perché appena ci si rivede tutta l'assenza sparisce. E possono non sentirmi per settimane e settimane, ma quando ci incontriamo per una birra sanno come sto senza nemmeno chiedermelo. E per me è lo stesso. E allora ti senti un po' meno sola.





venerdì 8 marzo 2013

.I don't deserve it.


Sono marcia, è questa la verità. Ricoperta da un involucro molle ma ostinato, una corazza fisica che mi fa assomigliare ad un informe sacco di gelatina stucchevole. Se mi pugnalassi, ecco che liquidi putridi colore inchiostro uscirebbero, macchiando il pavimento irrimediabilmente. Intaccando le cose belle e pulite e pure attorno.
Alla fine, è quello che faccio ogni giorno. Trasformo il mondo circostante in inferno e avveleno la vita di pensieri malsani, perché mi piace. Perché è la mia dimensione, il mio modo di affrontare il ritorno alla realtà dopo una notte di incubi.
 
 
Ed ora lo stomaco brucia per il vuoto, il braccio formicola per i tagli, le gambe tremano per gli affondi. Vorrei poter tornare indietro a tanti anni fa, ma sarrebbe troppo facile. E, in fondo, non me lo merito neppure.