venerdì 25 novembre 2011

.Needs.



-Forse- il controllo sta tornando. Poco alla volta, a fatica, ma si fa notare. Per quanto riguarda il cibo. Il resto scorre in maniera contorta, prende strani sentieri, fa un po' quello che gli pare.

Non ho voglia di oppormi, non adesso.

Cercare di mettere ordine a tutto ciò che concerne la mia testa non porta a nulla di concreto, ed allora lascio scorrere. Non m'importa di sembrare strana, né instabile. Non m'importa che gli altri vedano le garze macchiate spuntare dal maglione, nemmeno dei suoi commenti preoccupati. Ne ho bisogno, uno di quei bisogni incomprensibili che ti tormentano troppo spesso -anche ora-, in cui non pensi alle conseguenze e agisci senza la minima razionalità.

Ho bisogno di staccarmi dalla mia eccessiva razionalità.


Nessuno vuole sentirsi una macchina.














lunedì 21 novembre 2011

.I'll Give You My Eyes.


 
Tu sei lì e ti guardi, ti guardi e vorresti solo piangere, e strapparti la carne di dosso, rompere lo specchio, urlare, cancellarti dal dolore. Vomitare. Vorresti cavarti gli occhi e regalarli agli altri, e farti guardare con essi. E sorridere dicendo "Fanculo, avevo ragione io".








sabato 19 novembre 2011

.That's Nice.



Stasera un'altra cena, di nuovo tante persone, tante chiacchiere e troppi sguardi.
 Ahah, that's nice.

Il mal di gola mi sta corrodendo la trachea, il catarro il cervello e l'ansia i nervi, ma spero di trasformarmi in una di quelle lastre di vetro dove tutto scivola incontrastato.





Si, opterò per una soluzione del genere.
Credo






lunedì 14 novembre 2011

.As Expected.



Come previsto, la serata di sabato è cominciata male ed è finita con sigaretta e cutter. Brava, complimenti Bee. C'è da dire che non mi sono impegnata granché per cercare di divertirmi, lo ammetto, ma l'unico modo per fare la simpatica sarebbe stato bere e diventare un'imbecille ondeggiante tra la troppa gente nello stesso stato. Per cui ho evitato senza particolari rimpianti.
La cena -per fortuna- è stata scarna, un crostino e qualche forchettata di pasta. Secondo evitato, dolce idem -l'unica cosa positiva di un pasto con altre centocinquanta persone-. Solo qualcuno ha tentato di farmi mangiare, ma dopo la seconda frase di cattiveria pura ci ha rinunciato.
E poi la catastrofe -vi prego, non ridete-.
Stavo parlando con un mio amico aspettando l'inizio della vera serata -musica trash senza ritegno ornata da sbronze preannunciate-, e mentre gli accennavo al mio desiderio di dimagrire un po' lui se ne esce con un "Ma guarda che così stai bene, sei una ragazza morbida".


Ora, so perfettamente che per lui morbido è uguale a magro -magro giusto, per intenderci-, ma per quella sera la mia autostima si è suicidata lo stesso.

Seriamente, avrei preferito un pugno in faccia.

E così mi sono rintanata in un angolo a piangere -scena a dir poco patetica-, tra le mani un San Simone, nella testa eccessiva rabbia. Ho provato nuovamente a inserirmi tra le chiacchiere degli altri e a ridere falsamente a battute ubriache, ma è stato un tentativo poco riuscito (soprattutto dopo che tutti quelli che incontri ti ripetono in loop "Oh, dai, prenditi bene!").
Ah, e non dimentichiamoci della discussione -non conclusa- con Lui, perché divertirsi è diventato un obbligo ormai. E io non posso non divertirmi a una serata così.

Vaffanculo, sul serio.







sabato 12 novembre 2011

.Shame on me.



Stasera ho una cena di compleanno a cui devo assolutamente partecipare, con troppe persone, troppo vino e troppe risate. Ho pensato vivamente di dimenticarmene e passare tutta la sera ad ascoltare nuovi cd sdraiata sul letto, ma alla fine ci andrò.
E' pazzesco il macigno sui polmoni che ho in questo momento. E non solo per il cibo o il fatto di dover mangiare per forza davanti alla gente -al massimo mi rintanerò nel cesso del locale per sentirmi a posto con la coscienza-, ma il pensare di dover stare così tante ore in mezzo a conversazioni e occhiate mi sta facendo salire l'ansia e chiudere lo stomaco.
Senza contare che devo ancora decidere cosa mettere per coprire le mie rovine, e oggi è proprio una di quelle giornate in cui il mio corpo straborda dallo specchio risultando più inaccettabile del solito. Sono indecisa su un maglione xl in cui scomparire o provare a rendermi un pelo più guardabile, ma so già che andrò tristemente in crisi e diventerò intrattabile per tutta la serata.

Shame on me.









lunedì 7 novembre 2011

.Dismember Me.


Ho cercato di analizzare -in modo molto posticcio, ovviamente- il perché io abbia questo problema (uno dei tanti) col cibo-figura-corpo-grasso-calorie-etc.




Conclusione: la mia personalità non è calibrata per il mio fisico.

Scritta così sembra un'idiozia, ne sono cosciente, ma è la verità. E' risaputo che l'impressione che si dà alle persone è il mix di sensazioni a pelle e osservazione dell'aspetto fisico -o almeno, per me funziona così-. Il fatto è che se io conoscessi una ragazza col mio fisico la reputerei una persona forte, leggermente maschiaccio, una che sa cosa vuole e che sa come ottenerlo. Una persona indipendente, forse persino leggermente esibizionista.

E alla fine la gente si aspetta che tu sia così.

Ma la verità è che io sono l'opposto. Cronicamente insicura, vado a braccetto con le mie debolezze ancorate saldamente al mio cervello, sono esageratamente indecisa e cambio obiettivi senza quasi rendermene conto perché non riesco a capire chi diavolo voglio essere e cosa voglio fare. Quando m'immagino una ragazza come me, penso ad una figura minuta, ossuta, fragile, eccessivamente facile da nascondere dentro una felpa. E siccome la mia testa non la posso cambiare e la mia personalità non la posso stravolgere -perché tanto sarebbe un'imbastitura mal riuscita di menzogne belle e buone-, l'unica soluzione è smembrare la mia fisicità. Farla a pezzi e riassemblarla, così da far coincidere il dentro col fuori. Così da essere osservata per quello che sono.




P.s. Ringrazio per tutti i commenti dei post precendenti, mi hanno fatto davvero molto piacere. Vi abbraccio.