mercoledì 30 marzo 2011

.From Vienna With Woe.









Tornata mia madre da Vienna. Con una sacher torte. Cazzo.
Ne devo mangiare un pezzetto ogni tanto, perché non voglio che ci rimanga male. E' il mio dolce preferito, dopotutto. Spero che la mia cugina ingorda mi dia una grossa mano.
Non avrebbe dovuto comprarla, perché sa benissimo che io il cioccolato non lo posso mangiare. E non solo per le conseguenze sulla bilancia -che piccole comunque non sono-, ma soprattutto per il fatto che il cacao contiene parecchio nichel, a cui sono allergica.

Per cui Hello eczema, mal di testa e mal di stomaco.

-Un poco non può farti male, dai! Vado a Vienna e non prendo una sacher? E' blasfemia.-
Sarà anche blasfemia, ma questo significa che non posso ingerire nient'altro che contenga nichel per un bel po'. Addio a molte verdure per qualche tempo. Fantastico, davvero.
Ho già il terrore di dovermi rimpinzare obbligatoriamente di formaggio a cena, visto che è una delle poche cose che posso mangiare senza problemi insieme alla carne -ma sono vegetariana-.
Ci manca solamente una delle mie coliche da nervoso e sono a posto.
Non avrò il coraggio di pesarmi per qualche giorno.


For fuck's sake.

venerdì 25 marzo 2011

.Miserably Wrong.









Il cervello brucia di pensieri che non hanno capo nè coda, la testa fa male e nemmeno le medicine fanno effetto.
Mi credo il mal di testa senza poi riuscire a farlo passare. Amazing.
La sensazione di non raggiungere mai quello che mi prometto è tornata. Accompagnata da nausea che non mi permette neanche di bere dell'acqua. Gola secca, sigarette che si accumulano nel posacenere, Baileys che mi fa la corte dal mobile degli alcolici.
Non posso finire con una sbronza solitaria. Decisamente troppo patetico.
Non posso bere ogni volta che mi sento debole ed inutile.

E' solo che mi vedo così sbagliata.

lunedì 21 marzo 2011

.Swinging.








Che serata strana. Bella, dubbiosa, angosciante, viva.
Birra in centro, con lui.
Un paio d'ore passate a parlare di cose inutili e scialbe. Perché il silenzio non riuscivamo a sopportarlo, e gli sguardi facevano fatica ad incrociarsi. Sembravamo così piccoli.
Ci salutiamo alla sua macchina, un bacio così a caso. Le mie paranoie che se la ridono beatamente, già pronte a torturarmi per tutta la notte.
Mi incammino per la mia strada, il malumore sale e allora decido di aprire bocca.
-Un giorno mi spiegherai tutto questo, vero?- urlo mentre mi allontano. Frase d'effetto finale, come nei film.
Mi sentivo così star del cinema. Ahah.
E poi li sento. I suoi passi affrettati alle mie spalle, la sua mano sul mio braccio.

Fuckin' hell. FUCK.

-Tutto questo cosa? Adesso mi spieghi.-
-Lascia stare, non importa. Fai finta che non abbia detto niente, su.- provo io, sperando di cavarmela con poco. Scaviamoci la fossa e saltiamoci dentro, insomma.
-No, no, tu adesso mi spieghi.-
Ed allora comincio a parlare caoticamente, come solo io so fare. Inizio frasi che non termino, faccio esempi che non hanno senso, balbetto mentre penso alle parole adatte. Però ce la faccio. Tremo e lo guardo, perché ho una paura fottuta.
Ci tiene a me, dice. Sono importante, sono una certezza. E' confuso, ma non vuole che questa cosa -in che altro modo potrei chiamarla?- tra noi finisca. Proviamoci, dice. Vediamo come va con calma, a piccoli passi. Quasi come una riabilitazione.
-Non sei una ruota di scorta, mettitelo bene in testa. Ci tengo a tutto questo.-

Ed io sono così stupidamente felice.

domenica 20 marzo 2011

.At The Beginning.



Domenica pigra.
Mal di testa, insofferenza, nausea dello stare svegli senza averne voglia.
Avrei dovuto perdermi in un discorso incredibilmente serio ieri sera, ma non ce l'ho fatta.
Ho bisogno di risposte, ma non le voglio sentire.
Perché so che tutti i castelli costruiti dalla mia malsana creatività crollerebbero alla prima parola detta da parte sua.
Perché cullarmi in questa situazione patetica mi diverte.
Perché poter avere anche solo una briciola di lui è meglio che non averlo affatto.
-Sei la regina dell'autolesionismo psicologico, sweetie.- mi ripete sempre la mia migliore amica.

Effettivamente non ha tutti i torti.


Ci parlerò, si. 
Si?
No, ma devo.