lunedì 21 marzo 2011

.Swinging.








Che serata strana. Bella, dubbiosa, angosciante, viva.
Birra in centro, con lui.
Un paio d'ore passate a parlare di cose inutili e scialbe. Perché il silenzio non riuscivamo a sopportarlo, e gli sguardi facevano fatica ad incrociarsi. Sembravamo così piccoli.
Ci salutiamo alla sua macchina, un bacio così a caso. Le mie paranoie che se la ridono beatamente, già pronte a torturarmi per tutta la notte.
Mi incammino per la mia strada, il malumore sale e allora decido di aprire bocca.
-Un giorno mi spiegherai tutto questo, vero?- urlo mentre mi allontano. Frase d'effetto finale, come nei film.
Mi sentivo così star del cinema. Ahah.
E poi li sento. I suoi passi affrettati alle mie spalle, la sua mano sul mio braccio.

Fuckin' hell. FUCK.

-Tutto questo cosa? Adesso mi spieghi.-
-Lascia stare, non importa. Fai finta che non abbia detto niente, su.- provo io, sperando di cavarmela con poco. Scaviamoci la fossa e saltiamoci dentro, insomma.
-No, no, tu adesso mi spieghi.-
Ed allora comincio a parlare caoticamente, come solo io so fare. Inizio frasi che non termino, faccio esempi che non hanno senso, balbetto mentre penso alle parole adatte. Però ce la faccio. Tremo e lo guardo, perché ho una paura fottuta.
Ci tiene a me, dice. Sono importante, sono una certezza. E' confuso, ma non vuole che questa cosa -in che altro modo potrei chiamarla?- tra noi finisca. Proviamoci, dice. Vediamo come va con calma, a piccoli passi. Quasi come una riabilitazione.
-Non sei una ruota di scorta, mettitelo bene in testa. Ci tengo a tutto questo.-

Ed io sono così stupidamente felice.

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