
Come previsto, la serata di sabato è cominciata male ed è finita con sigaretta e cutter.
Brava, complimenti Bee. C'è da dire che non mi sono impegnata granché per cercare di divertirmi, lo ammetto, ma l'unico modo per fare la simpatica sarebbe stato bere e diventare un'imbecille ondeggiante tra la troppa gente nello stesso stato. Per cui ho evitato senza particolari rimpianti.
La cena -per fortuna- è stata scarna, un crostino e qualche forchettata di pasta. Secondo evitato, dolce idem -l'unica cosa positiva di un pasto con altre centocinquanta persone-. Solo qualcuno ha tentato di farmi mangiare, ma dopo la seconda frase di cattiveria pura ci ha rinunciato.
E poi la catastrofe -vi prego, non ridete-.
Stavo parlando con un mio amico aspettando l'inizio della vera serata -musica trash senza ritegno ornata da sbronze preannunciate-, e mentre gli accennavo al mio desiderio di dimagrire un po' lui se ne esce con un "Ma guarda che così stai bene, sei una ragazza morbida".
Ora, so perfettamente che per lui morbido è uguale a magro -magro giusto, per intenderci-, ma per quella sera la mia autostima si è suicidata lo stesso.
Seriamente, avrei preferito un pugno in faccia.
E così mi sono rintanata in un angolo a piangere -scena a dir poco patetica-, tra le mani un San Simone, nella testa eccessiva rabbia. Ho provato nuovamente a inserirmi tra le chiacchiere degli altri e a ridere falsamente a battute ubriache, ma è stato un tentativo poco riuscito (soprattutto dopo che tutti quelli che incontri ti ripetono in loop "Oh, dai, prenditi bene!").
Ah, e non dimentichiamoci della discussione -non conclusa- con Lui, perché divertirsi è diventato un obbligo ormai. E io non posso non divertirmi a una serata così.
Vaffanculo, sul serio.